“Il titolo della stagione si ispira al filosofo greco Artemidoro, uno dei primi grandi interpreti dei sogni e dell’inconscio a fini scientifici e filantropici, ma prima ancora questa stagione omaggia il grande Omero che, nella sua saggezza, comprese che esistevano barriere molto fragili fra il visibile e l’invisibile e che il mondo onirico non era meno irto di pericoli del mondo reale. Qualche secolo dopo Shakespeare, con la voce di Amleto, ci esortava a riflettere che ci sono più cose tra cielo e terra di quante ne possa contemplare la nostra immaginazione, ovvero che l’uomo cammina da sempre in un sentiero labile tra ciò che esiste e ciò che potrebbe esistere. Amleto ci insegna che tra cielo e terra ci sono cose che la nostra immaginazione non è capace di contemplare, come l’orrore delle guerre tra gli esseri umani, realtà per noi non immaginabili finché non ce le troviamo davanti, e nello stesso tempo le inclinazioni verso la fantasia, i misteri e le intuizioni. Ho voluto seguire il consiglio di questi grandi che da sempre accompagnano il mio percorso di direttore e di regista, presentando una stagione che possa aprire, come diceva Omero, le due porte ai sogni: quella di corno e l’altra d’avorio, una verso il pericolo di credere troppo al reale, l’altra verso la possibilità che l’invisibile si manifesti. Ho voluto scegliere spettacoli che potessero mostrare al pubblico due grandi possibilità dell’arte teatrale: da una parte aprire squarci sul mistero, attraverso letterature e performance surreali, comiche, grottesche, di genere, stupefacenti e sovversive, se non addirittura terrorizzanti, dall’altra essere una lente verso il reale, un occhio sulla storia, soprattutto sulla grande storia che dal Settecento francese porta, attraverso guerre e totalitarismi, verso la speranza della democrazia.”
– Carmelo Rifici, direttore artistico